
Il 30 aprile del 1986 l’Italia per la prima volta si è connessa ad Internet: il segnale, partito dal Centro universitario per il calcolo elettronico (CNUCE) di Pisa, è arrivato alla stazione di Roaring Creek, in Pennsylvania.
Quella prima connessione era la fine del progetto di un gruppo di pionieri; ed è stato l’inizio di una storia nuova.
Trenta anni dopo anche a Viterbo, Medioera e lo Spazio Attivo del BIC Lazio, hanno promosso una giornata di ricordo di quella prima connessione.
Sono intervenuti, Mauro Rotelli, Massimiliano Capo, Federico Meschini e a fare gli onori di casa Giulio Curti.
È stata una occasione utile per una riflessione su quello che la rete è stata in questi tre decenni e, soprattutto, su quello che potrà essere negli anni a venire.
Gli obiettivi sono la banda ultrarlarga, la diffusione di sempre maggiori competenze digitali e la diffusione sempre più capillare di servizi digitali per tutti.
Come fecero 30 anni fa, è ora di accelerare.
Di dare le risposte che tutti ci attendiamo.
Quindi, istituzioni, imprese, cittadini, noi stessi, dobbiamo concorrere affinché la rete italiana sia sempre più per tutti e sempre più a disposizione di chi rischia di venirne escluso.
È proprio sul tema della inclusione che si gioca il futuro della Internet su scala globale.
È proprio sul tema della trasparenza e della partecipazione che si gioca la possibilità che la rete rimanga quella che era stata immaginata: un luogo di scambio e condivisione tra pari, un luogo di crescita collettiva, lo spazio della creatività che andava oltre i confini e gli steccati tradizionali, fisici e culturali.
Sono questioni fondamentali a cui tutti dovremmo porre attenzione, qualunque sia il nostro lavoro, qualunque siano le nostre passioni.
La rete è ormai l’ecosistema in cui viviamo, spesso nostro malgrado.
La rete è la dimensione di vita che le nuove generazioni percepiscono sempre più come naturale.
Dentro questo percorso, una giornata come l’Internet Day e la stessa Medioera, sono l’occasione perché queste riflessioni diventino oggetto di una discussione pubblica affinché la consapevolezza dell’importanza di questi temi raggiunga il più alto numero di persone.
È dall’incontro e dallo scambio di idee che possiamo far nascere il futuro.
Proviamoci tutti insieme!